Conservatorio di Musica di Vicenza “Arrigo Pedrollo”
Istituto Superiore di Studi Musicali

Concerti ed eventi

IL SENSO DELLA MUSICA
Giovedì 19 gennaio 2023 - ore 17:00
ANDREA BAMBACE
Antenati alla tastiera. Quasi una seduta spiritica da Brahms a Michelangeli

Andrea Bambace - antenati alla tastiera
ANDREA BAMBACE
Antenati alla tastiera. Quasi una seduta spiritica da Brahms a Michelangeli.


Le gherminelle mentali

Non solo la mente è minacciata dal proliferare dei suoi “prodotti”, ma registra pure dei “prodotti” avariati. Conoscerne la natura è il primo passo per sapercene difendere. Li verremo elencando come fosse un prontuario di ostacoli da evitare con cura, ostacoli che abbiamo definito “gherminelle mentali” per sottolineare la loro natura subdola e ingannevole.
– Noi siamo alla mercé dei nostri stereotipi mentali ossia ci serviamo, nel valutare e nell’agire, di schemi e di clichés rigidi, per lo più rudimentali, validi una volta per tutte, e siamo incapaci di accogliere il nuovo, l’inedito, l’imprevedibile. Questo atteggiamento ha un illustre precedente nel Nicodemo di cui parla il vangelo di Giovanni (cf Gv 3).
Sottospecie della precedente gherminella è la generalizzazione, del tipo: i medici agiscono per interesse, gli avvocati sono imbroglioni, i preti… se si incappa in uno inadeguato, “sono tutti così”, e se per caso ci si imbatte in uno rispettabile, “fossero tutti così”.
– Per lo più ci comportiamo secondo il copione familiare, assorbito soprattutto negli anni dell’infanzia. Si tratta della tendenza del tutto inconscia, a riproporre le dinamiche elaborate in famiglia, quali aggressività (quella orale non è inferiore a quella fisica), diffidenza, servilismo, per citare evidentemente quelle negative, poiché da quelle positive non c’è bisogno di difendersi...
– Accusare per scusarsi costituisce un modo non sempre consapevole (e questo lo rende ancor più vituperabile) per giustificare il proprio operato manchevole, facendone ricadere la causa su terze persone, invece di assumersene tutta la responsabilità. Caso emblematico chi dice di non essere praticante, perché chi va in chiesa sono tutti ipocriti.
– Senza rendercene sempre conto, elaboriamo teorie di supporto che sono funzionali alla nostra prassi, e cioè giustifichiamo il nostro modo di atteggiarci e di operare, dovuto in buona parte a spinte istintuali di cui non abbiamo né conoscenza adeguata né sufficiente dominio. Insomma, abbiamo sempre a disposizione le nostre buone ragioni e le nostre brave scuse, che la mente ammannisce con straordinaria fecondità.
– A questa si allaccia una successiva gherminella mentale, il ricorso all’autogiustificazione a ogni costo, nel cui ambito rientra il voler far bella figura e il salvare la faccia. Investiamo tante energie interiori per far quadrare conti che non tornano..., dando agli altri un’implicita patente di imbecillità.
– Già Orazio (65 a.C.-8 d.C.), in una celebre lirica, si chiedeva perché mai nessuno vivesse contento della propria sorte. Chi più chi meno, elaboriamo tutti delle soluzioni alternative: la mente ipotizza come auspicabili o addirittura dovute, situazioni diverse da quelle in cui ci troviamo di fatto. Ciò costituisce una fuga dalla realtà e dalla responsabilità e non ci fa cogliere il “dono” presente in ogni situazione, piacevole o spiacevole che sia.
– Una delle più insidiose gherminelle mentali è la ricerca del capro espiatorio; c’è sempre un colpevole in ogni situazione negativa, e ovviamente questi è identificato in una realtà a noi esterna: l’altro, la società, il destino... Quanto è responsabilizzante e salutare il monito che un antico vescovo rivolgeva ai suoi fedeli, ricordando che «nessuno si danneggia se non da se stesso».
– Sulla mormorazione e il pettegolezzo non è il caso di insistere…: semmai invitiamo il lettore a ricercarne l’etimologia. Basti ricordare che queste sono due radicate propensioni mentali, con cui trasferiamo nelle relazioni sociali l’inclinazione giudicante e la tendenza a mettere in luce aspetti negativi. Tale tendenza è dovuta alla suggestione che suscita in noi il male e al sinistro “godimento” che proviamo venendone a conoscenza o facendone sia pure indiretta esperienza. È proprio infatti di quest’inclinazione mentale dilatare i confini di ciò che si presenta disdicevole e di ampliarne la portata con l’ausilio di un’immaginazione sempre fertile.
– Infine, recensiamo un’ultima gherminella mentale: l’ipocrisia o la falsità. Già si diceva che la mente sembra a tal punto segnata da una simile inclinazione, che il suo nome ha dato origine a termini come mentire e menzogna... In altre parole, la mente vive in uno stato di non-verità, che ne costituisce la triste esperienza sin dai primordi della vita sulla terra. Tale stato di non-verità si esprime in una gamma di atteggiamenti che vanno dall’ipocrisia, di cui si è detto, alla menzogna vera e propria. Il non-vero sembra impossessarsi della mente con maggiore forza e maggiore persuasività del vero. Si pensi all’esperienza dei progenitori nel Paradiso terrestre.

Aveva colto nel segno Henri J.M. Nouwen (1932-1996), quando annoverava fra i tre “movimenti” caratteristici della vita spirituale, dopo quelli dall’isolamento alla solitudine e dall’ostilità all’ospitalità, il passaggio dall’illusione alla preghiera. E questo sia nel senso che non c’è pienezza di vita interiore, quale si esprime nell’orazione, senza essere venuti a capo delle tendenze illusorie della mente; sia nel senso che l’autentica preghiera comporta e opera il definitivo affrancamento da tutto ciò che è ingannevole e falso.
La pur rapida rassegna dello stato (negativo, s’intende) della nostra mente in ordine all’attenzione, conferisce verità e attualità a quanto sostenevano gli antichi autori spirituali: essere cioè indispensabile un adeguato insegnamento, «giacché sono pochi quelli che, senza essere istruiti, ricevono [l’attenzione] direttamente da Dio per la forza dell’attività [spirituale] e il fervore della fede» (Filocalia, 3, 525). Come a dire che l’attenzione la si impara attraverso lo studio sulla mente e il relativo esercizio che la educa al retto pensare.
(A. Gentili, Le ragioni del corpo, Ancora, Milano 20223, p. 124ss)

Biografia

Andrea Bambace, da oltre cinquant’anni anni sul palcoscenico, si è misurato con ogni tipo di letteratura, da Bach ai più attuali contemporanei, sia come solista, con e senza orchestra, che come camerista, in ogni genere di ensemble. Prima formazione con Alcide Andlovitz (pronipote di Franz von Suppè) e, per tutto il Conservatorio, col grande Nunzio Montanari; perfezionamento con eminenti pianisti quali Carlo Zecchi e Nikita Magaloff. Vincitore di importanti concorsi nazionali e internazionali, ha ricoperto per 40 anni il ruolo di docente di pianoforte presso il Conservatorio "Claudio Monteverdi" di Bolzano, laureando decine di giovani, spesso attivi in veste di concertisti, didatti e operatori culturali. Esibitosi in tutta Europa e in parte dell'Asia, ha anche collaborato sempre con eccellenti complessi cameristici, strumentisti e cantanti. Spesso in giuria di importanti concorsi internazionali, “Artista Steinway” da oltre 30 anni, ha presentato in prima esecuzione mondiale brani di Ferruccio Busoni, Giacomo Puccini, Mario Pilati, Eduard Schütt e di numerosi compositori del ‘900, tra i quali Giampaolo Testoni, Paolo Castaldi, Francesco Valdambrini e Lorenzo Ferrero. Ha spesso registrato per la RAI TV, per la KBS TV (massima emittente sudcoreana) e per la RSI e ha inciso, per la casa discografica Phoenix Classics, negli ultimi anni, tre doppi album di Cd (“Quadrato Magico”, “Fräulein Musika”e “Paralleli”), e un Cd interamente dedicato a prime registrazioni mondiale di opere di Eduard Schütt, tutti premiati con le 5 Stelle dalle più note riviste specializzate. Dal ‘68 è anche attivo nella pubblicistica musicale sui quotidiani e sulle migliori riviste nazionali. Ha scritto tre libri: "Cinquant'anni suonati" (Storia e cronaca di mezzo secolo del Concorso "Busoni"), "Sogni di note di mezza estate" (dedicato alle grandi orchestre giovanili europee create da Claudio Abbado) e "Suonare, per la gioia di suonare". Collabora ora stabilmente con la prestigiosa rivista MUSICA. Direttore artistico dei Concerti del T eatro Manzoni di Roma, Musica in aulis (2000 - 2020), MusiCaerano e Ars Fonè Academy.