Conservatorio di Musica di Vicenza “Arrigo Pedrollo”
Istituto Superiore di Studi Musicali

Concerti ed eventi

Lorenzo Perosi - 150 anni dalla nascita
Lunedì 6 Giugno - ore 20:30
Messa da Requiem a due voci pari

Messa da Requiem a due voci pari (1950)

Lorenzo Perosi (1872-1956)

In ricordo dei 150 anni dalla nascita

Coro del Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza

Direttore: Laura Martelletto
Organo: Manuel Canale

Introitus
Kyrie
Graduale
Sequentia
Offertorium
Sanctus
Benedictus
Postcommunio
Absolutio
Preludio in Fa minore
Andante con moto in Mi maggiore



CORO

FRANCESCA BARONE, ANNA BELLIN, RICCARDO BENETAZZO, ELEONORA BESCHI, VITTORIA BETTANIN, FRANCESCA BORGARELLI, RICHARD BORTOLAN, MATTEO BORTOLOTTO, NICOLAS BURTINI, LUCA CABIANCA, MANUEL CAMPAGNA, MARCO CECCONI, GIOVANNI CHIESA, ALBERTO DAL MARTELLO, CHIARA DAL MASO, ANDREA DALLA CANEVA, MARIA FARINELLO, LUCÍA MARIEL FERNANDEZ, MICHELA FERRONATO, FRANCESCO GIGLIO, EDWARD THOMAS DAVID GILES, LAURA GIUBBILINI, ALESSANDRO DARIO GOLIN, SARA GRAMOLA, HANNA KIM, EVA MAGNABOSCO, DAVIDE MARCHIORETTO, EVA MARCHIORETTO, ELIA MAROSTICA, ANASTASIA MELNYK, SAMUELE MONTAGNA, GLORIA MORATTI, MARCO PAGGIARO, ALESSANDRO PANOZZO, JACOPO PAROLO, FRANCESCO PICCOLI, NOEMI PIO, ANGELICA PORRECA, RAFFAELE PUTZOLU, LORENZO RECHER, NICOLE RIGONI, NICOLÒ RIZZOTTO, FRANCESCO SINIBALDI, DANIELE TARANTINO, SOFIA TRENTIN, ILARIA TREVISAN, DAVIDE VEZZARO, ANTONIO VITOBELLO, FILIPPO ZACCARIA, YIWEN ZHANG, HUI ZHUNG, ANNA ZUCCATO

Lorenzo Perosi (Tortona, 21 dicembre 1872 – Roma, 12 ottobre 1956) è stato uno dei più famosi compositori di musica sacra (e non) del XX secolo. Il suo nome è legato principalmente alla composizione di Messe ed Oratori che l’hanno fatto conoscere al grande pubblico regalandogli una fama immensa. Per più di 50 anni è stato direttore perpetuo della Cappella Sistina, anche se non ha esercitato ininterrottamente il suo incarico. La sua formazione avviene in famiglia, sotto la guida del padre Giuseppe, maestro di cappella ed organista della Cattedrale di Tortona. Dopo aver brevemente frequentato il Conservatorio di Milano sotto la guida di Michele Saladino, diventa primo organista presso l’abbazia di Montecassino, e successivamente alla scuola di Musica Sacra di Ratisbona, sotto la guida Franz Xaver Haberl, avvicinandosi al Movimento Ceciliano. Tornato in Italia, il primo incarico importante è a fianco del patriarca di Venezia Giuseppe Sarto che lo proclama maestro di cappella di San Marco. A Venezia nasce in Perosi il desiderio di far conoscere le Sacre Scritture attraverso una forma moderna di “sacra rappresentazione”: nascono i celebri Oratori, una ventina in totale, lavori teatrali di ampio respiro che donano ampia notorietà al “pretino di Tortona”. Sulla scia dei grandi successi musicali, il pontefice Leone XIII lo chiama a Roma a riformare e a dirigere la Cappella Sistina, nelle cui fila si trovavano gli ultimi cantori evirati, in seguito rimossi per lasciare spazio alle voci bianche. In questi anni esplode il “caso Perosi”: le sue composizioni sacre e religiose sono tra le più apprezzate, tanto dalle Scholae quanto dai grandi compositori coevi (G. Puccini, P. Mascagni, J. Massenet, L. Janáček). Fino alla metà degli anni ’30 Perosi è attanagliato da una malattia nervosa che lo accompagnerà per un paio di decenni. Questa “debolezza” gli procura comportamenti inconsueti, tra cui l’idea che fosse stato sostituito nella culla con un altro bambino e che il suo nome fosse Pietro Piolti (o altri pseudonimi): lo sperpero delle proprie sostanze, una riforma del diritto canonico, l’adozione di un particolare calendario da lui inventato, il pensiero di convertirsi all’anglicanesimo o al valdismo. L’esaurimento nervoso lo porta a rivedere pesantemente parte dei suoi manoscritti per apportare presunti miglioramenti ai suoi lavori più celebrati. Tali campanelli d’allarme inducono i suoi cari ad affiancargli un segretario, in qualità di tutore, e successivamente a farlo interdire, sollevandolo dalla direzione della Sistina (1955) e dal celebrare la messa. Nel 1933, per desiderio di Pio XI, Perosi riprende a comporre creando una serie di lavori avanguardistici, sicuramente maturati nel lungo periodo di pausa, che non esaurisce la sua creatività. Da ricordare la Messa per l’Anno Giubilare e il Te Deum (1934) a 2 cori a otto voci, dedicati alla canonizzazione di San Giovanni Bosco; la Messa Gregoriana da Requiem (1936) a 6 voci, composta sulla Missa defunctorum gregoriana e l’oratorio Il Nazareno (1944) per tenore e baritono, coro e orchestra. Mons. Lorenzo Perosi, Accademico d’Italia e membro di vari ordini cavallereschi, muore nel 1956 a causa di un collasso cardiaco.

LA “MESSA DA REQUIEM” A DUE VOCI PARI (1950)
Tra le messe di cui possediamo la partitura, questa è l’ultima pubblicata vivente l’autore. Si conosce l’esistenza di molte messe composte dopo il 1950, ma non si sono rinvenuti gli autografi e tra queste si trovano la messa in onore di S. Scolastica, la messa Emicat Meridies a 8 voci, la messa a 12 voci Gaudeamus omnes in Domino e la messa in onore di S. Gaspare del Bufalo a 2 voci e organo. Se le sue composizioni giovanili sono in linea con i dettami del Movimento Ceciliano, di cui era membro, che puntava alla restaurazione della sacralità nella musica chiesastica attraverso l’eliminazione degli influssi teatrali (registri organistici “chiassosi” ad imitazione bandistica o emulazioni operistiche), dopo il 1920 la creatività perosiana subisce una svolta e sfocia in un orizzonte musicale inedito, sconvolgente ed inatteso. Ne sono testimoni i resoconti delle esecuzioni della Cappella Sistina, ove si evince che i cantori faticavano non poco ad intonare i lavori del “nuovo” Perosi, ma i risultati esecutivi lasciavano commenti lusinghieri sulla sorprendente originalità delle composizioni.
La “Messa da Requiem” a 2 voci è la settima ed ultima messa da requiem completa di tutte le sue parti composta da Perosi. Questa partitura è dedicata alla contessa Katia Nassalli Rocca di Corneliano, parente del cardinal Giovanni Battista Nassalli Rocca di Corneliano, conoscente ed estimatore del compositore. Dopo il Requiem iniziale, contraddistinto da un calmo cromatismo funebre, il Kyrie meraviglia per l’esordio delle due voci a distanza di seconda, per concludere la richiesta di pietà sopra un arpeggio di bicordi organistici sull’accordo di tonica con la quinta aumentata. Il Graduale richiama lo scampanio mortuario, ma non lugubre, delle campane di S. Paolo a Roma: riferimento inserito da Perosi con un’apposita didascalia, presente anche nel Sanctus. Nella sequenza del Dies irae molte sono le raffinatezze musicali che affascinano l’uditore: dai massicci accordi del Tuba mirum imitanti la potente tromba che fa risorgere i defunti dalle tombe, al Quid sum miser in cui il peccatore si appella al perdono divino grazie ad una scrittura molto espressiva e commovente. Segue il possente Rex tremendae che accresce il grido di pietà del peccatore, trasportando il discorso musicale in tonalità lontane, navigando nella modulazione costante e nell’instabilità tonale, per poi giungere al toccante Lacrymosa. L’Offertorium riacquista una costanza tonale precedentemente persa, che poi viene coronata dall’emozionante Hostias et preces in una commovente richiesta di accettazione delle preghiere in suffragio. Il Sanctus, come detto precedentemente, riprende il carillon delle campane, per poi culminare in un festoso scampanio di gioia nella fede della risurrezione. Gli accordi poderosi che contraddistinguono l’intero ciclo accompagnano anche l’Agnus Dei dove si alternano ad una melodia arcaica caratterizzata da intervalli di quinta.
L’esplosione del vigoroso Libera me, Domine vede l’utilizzo di sonorità modali e l’imitazione di squilli di tromba che precedono l’estrema richiesta di perdono a voce sommessa, nell’ultimo respiro esalato dall’anima orante, fiduciosa della grazia divina.

Manuel Canale



Accesso in sala a partire da 30 minuti prima dell’inizio del concerto: è prevista la misurazione della temperatura corporea per gli spettatori e un’autodichiarazione sull’assenza di sintomi riconducibili al Covid, oltre all’utilizzo della mascherina FFP2 sempre indossata.