Conservatorio di Musica di Vicenza “Arrigo Pedrollo”
Istituto Superiore di Studi Musicali

Concerti ed eventi

I MARTEDI' AL CONSERVATORIO
Martedì 18 febbraio - ore 18.00
Deep Art Men

Martedì 18 febbraio 2020 – ore 18.00
Sala Giovanni Guglielmo
Ingresso Libero

Deep Art Men

SALVATORE MAIORE
In Su Mare

MICHELE CALGARO
Deep Art Men

PIETRO TONOLO
Dettato

SALVATORE MAIORE
Ammentos

PIETRO TONOLO
Bluerik

SALVATORE MAIORE
Alba

PIETRO TONOLO
Tabletop

MICHELE CALGARO
Progression



Pietro Tonolo sax tenore/soprano e flauto
Michele Calgaro chitarra
Paolo Birro pianoforte
Salvatore Maiore contrabbasso
Mauro Beggio batteria


Il più bel regalo che il jazz avrebbe potuto fare ai suoi detrattori sarebbe stato quello, una volta giunto nei conservatori, di “sedersi” e rivendicare il proprio diritto all’ozio accademico, dimenticando così l’adrenalina che la musica dal vivo ci dispensa generosamente, quella sensazione di rischio e di avventura per la quale tutti un giorno abbiamo deciso, più o meno da piccoli, di fare musica. Del resto, il jazz se lo sarebbe potuto anche meritare, un po’ di riposo, dopo più di un secolo ormai di rivoluzioni, di virate improvvise e di battaglie, interne ed esterne, spesso combattute ad ore in cui la gente per bene è a letto da un pezzo. Ciò nonostante, e checché ne dicano gli scettici blu che da cinquant’anni ne decretano la morte (il buon Hugues Panassié che lo pensava nato e morto con Armstrong…), il jazz mantiene intatta la sua vitalità, irriducibile e semplicemente vitalistica voglia di suonare, di trovarsi e scambiare le proprie storie, con la sincerità come unica discriminante splendidamente ugualitaria: “every man is a king”, afferma il titolo di un brano di Slide Hampton, e il caro Baudelaire, che in fatto di negritudine la sapeva lunga: “Il primo venuto, a patto che sappia divertire, ha il diritto di parlare di sé”.

I «Deep Art Men» (il cui nome evoca il fatto che si tratta degli insegnanti del dipartimento di jazz del conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza), testimoniano questa vitalità, e questo album la documenta magnificamente. Cinque jazzisti si incontrano tra i muri di un conservatorio e decidono, oltre ad insegnarvi, di suonare insieme, e di farlo nella maniera più naturale: un repertorio di composizioni originali, alcuni concerti per rodarlo, e poi tutti in studio di registrazione per cementare il gruppo intorno al un prodotto comune. Stessa vitalità che mostrano poi, da insegnanti, nell’organizzare regolarmente progetti ed iniziative in cui gli studenti si possono esprimere anche loro intorno a repertori inediti, incontrando compositori in residenza al “Pedrollo”.

Finché ci saranno musicisti come questi cinque fenomeni, che dai muri di un conservatorio fanno sgorgare gioiosamente pura energia vitale, come se i ragazzi fossero loro, possiamo dormire sonni tranquilli (anche andando a letto all’alba): il jazz gode di ottima salute.

 

Federico Benedetti - Dalle note di copertina del CD “Deep Art Men” (Caligola Records 2018)